Anno Accademico 2012/2013

Dopo il grande successo di giugno, l’attività del coro riprende con rinnovato entusiasmo a settembre. Le nuove adesioni sono numerosissime e aggiungono voci interessanti all’organico.
Il calendario si prospetta subito ricco di impegni: il 13 settembre il Coro dell’Università di Pisa tiene un concerto nella Chiesa dei Cavalieri, per la consegna del Campano d’oro al tenore Andrea Bocelli. Vengono proposti Choral e Humne di Mendelssohn ed il Te Deum di Mozart. Il momento di maggior pathos, però, è dato dall’esecuzione dello stesso Maestro Bocelli, che insieme ai cantori si esibisce nel suggestivo Panis Angelicus di César Frank.

Le musiche di Mozart, proposte per il concerto finale di giugno 2012, intrattengono anche i partecipanti alla “4th International Cerebral Palsy Conference”, il 12 ottobre nella Chiesa di Santa Caterina. Due giorni dopo, il 14 ottobre, il coro si esibisce a Lucca, nella Chiesa di S.Maria dei Servi in Lucca. Il concerto, che ripropone i Vesperae Solemnes de Confessore, le Litaniae Lauretanae ed il Te Deum di Mozart, si inserisce nella “Sagra Musicale Lucchese” e, per l’intensità dell’esecuzione e l’entusiasmo del pubblico, rimane una delle più significative esecuzioni del coro universitario.
Il 18 novembre l’annuale “Festa dei 25 e 50 anni dalla laurea” è accompagnata dai canti popolari toscani e dagli inni universitari, pisano ed internazionale, cui il pubblico si unisce con emozione.

Il 13 dicembre si tiene nella Chiesa del Carmine il tradizionale concerto di Natale: al corale Jesus bleibet meine Freude e Lobet den Hern, di Johann Sebastian Bach, si aggiungono alcuni canti natalizi della tradizione siciliana, sarda, campana e toscana, per finire con i più famosi Tu scendi dalle Stelle, A merry Christmas ed altri, fino al Jingle bells finale, con tanto di campanellini e corna di renna rosse per tutti i coristi! L’augurio di Buon Natale è stato calorosissimo e molto apprezzato dal pubblico, particolarmente numeroso.

Nemmeno l’anno nuovo lascia spazi liberi: progressivamente arricchito dalle iscrizioni di chi vuole partecipare alla preparazione dei Carmina Burana, il Coro anima numerosi appuntamenti cittadini ed accademici. Il 20 marzo è alla Stazione Leopolda per il “Concerto d’Inverno dell’Università di Pisa”, con l’esecuzione del brano finale del coro Va’ pensiero dal verdiano Nabucco; il 4 maggio al Palazzo dei Congressi per la “Cerimonia della consegna delle lauree con lode” e qualche settimana dopo, il 29 maggio, a Palazzo Lanfranchi per un “Interludio musicale” in occasione del “Convegno in ricordo della battaglia di Curtatone e Montanara”.
Poi, arriva: attesissimo, eppure sempre troppo presto, è il momento del Quattordicesimo Concerto Annuale del Coro, nel Giugno Pisano, con i Carmina Burana. I pezzi studiati cominciano a diventare ripetitivi per l’esercizio continuo, ma quel passaggio, l’altro fraseggio, il pianissimo della terza pagina… saranno pronti? Il coro renderà? E il teatro? Troppo grande? Troppo secco? Troppo… Perché quest’anno il concerto è al sospiratissimo Teatro Verdi: una location (come si usa dire ormai) a lungo voluta dai coristi ma da sempre un po’ temuta. Quando il sipario si alza i coristi sono abbagliati dai riflettori e l’unico, essenziale modo per raggiungere l’uditorio è cantare, indirizzando un unico concentrato sguardo sul Maestro Barandoni, in basso sulla pedana. Davanti a lui ci sono le due pianiste, Chiara Mariani e Laura Pasqualetti, ed i percussionisti Giorgio Ribecchini, Vittorio Ferrari, Luca Marino, Fabio Rogai, Federico Poli. I solisti aspettano dietro le quinte: il soprano Federica Nardi, il giovanissimo tenore Alfio Vacati ed il baritono Carlo Morini.
Il concerto si svolge nel silenzio più assoluto; non uno starnuto, un colpo di tosse, un movimento disturba l’esecuzione nel suo arco teso dal primo O fortuna all’ultima ripresa, passando per i frizzanti accenti di Ecce Gratum, il sognante Floret silva, il quasi rabbioso Swaz hie gat umbe subito seguito dall’intimo mormorio di Chum, chum, geselle min. Malinconico e sfrenato l’intervento del baritono per Estuans interius, tragicomico l’Olim lacus colueram del tenore, esilarante il Suma abbas ancora del baritono, cui tengono testa le sezioni maschili con la famosissima in taberna. Dolci e intensi, gli interventi del soprano accompagnano tutta la seconda parte, fino al solenne Ave formosissima, di movenze quasi religiose, in netto contrasto con la ripresa finale di O fortuna. E il silenzio del pubblico si spezza in applausi e grida entusiaste, scroscianti, inarrestabili. Le luci si accendono ed il coro, come un sol uomo, muove gli occhi dalla platea al loggione, incredulo. E’ il tutto esaurito. Tra le file si comincia a ridere, si battono i piedi sulle assi del palco, si commenta il successo ottenuto. E ci si prepara per il bis: Gaudeamus igitur, per chiudere in bellezza questo concerto all’insegna della goliardia di tutti i tempi.
Eppure non è finita. L’impresa va ripetuta e al meglio: il 3 luglio, infatti, raggiunge Pisa il coro universitario di Ulm, per unirsi a quello pisano in una grandiosa esecuizione dei Carmina alla Certosa di Calci, sotto la direzione del Maestro Barandoni. Sono circa 80 coristi, che si aggiungono ai 120 italiani, per un organico davvero impressionante, schierato davanti e sopra la scalinata trionfale del monumento. Il pubblico è ancora una volta numerosissimo, tanto che alcuni degli spettatori sono lasciati fuori dalle norme di sicurezza, ma non per questo rinunciano ad ascoltare il concerto. Questa volta, forse perché all’aperto, in un contesto meno formale del teatro, il pubblico è meno ligio all’etichetta e gli applausi chiudono quasi ogni pezzo, interrompendo un po’ il pathos generale, ma scaldando l’atmosfera. Il bis questa volta è affidato al finale, seguito ancora una volta da applausi prolungati. Il 7 luglio il Coro dell’Università di Pisa è ad Ulm e con il coro ospite ripropone il concerto nella Pauluskirche, con uguale successo.

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